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lunedì 20 ottobre 2008

Colonna: Breve passeggiata

Breve passeggiata colonnese

durata: 30 - 60 min - non impegnativa, molto gradevole

Percorso suggerito per una breve visita di Colonna (Rm)

Percorso suggerito per una breve visita di Colonna (Rm)

Sosta N° 1

CHIESA PARROCCHIALE DI S. NICOLA (N° 1 sulla piantina)

Facciata della Chiesa di S.Nicola di Bari a Colonna (Rm)

Facciata della Chiesa di S.Nicola di Bari a Colonna (Rm)

Situata su un piazzale rialzato con splendida veduta verso Roma (nei giorni di cielo terso l’orizzonte vede confondersi il cielo con il mare del litorale laziale), la chiesa di S. Nicola è in ordine di tempo, la più recente del paese.

All’ interno del complesso architettonico, che oltre alla chiesa, all’ abitazione e agli uffici del parroco comprende cripte sotterranee (attualmente non ancora visitabili ma per cui è prevista una prossima limitata apertura al pubblico) e locali di riunione per i gruppi parrocchiali, sono custodite opere di ingente valore artistico, storico ed architettonico, quali il superbo SS.mo Salvatore opera di Carlo Maratta, uno dei massimi esponenti del seicento romano, le cui opere sono custodite nei più importanti musei d’Europa e in importanti chiese romane nella prima cappella sulla sinistra, la Madonna della pala d’ altare, i numerosi rilievi marmorei.

La enorme conchiglia naturale che fa da acquasantiera di questa chiesa è uno dei più grandi esemplari mai rinvenuti al mondo, la sua datazione con certezza molto anteriore a quella della chiesa stessa.

La chiesa, databile nelle sue strutture originarie al XVIII secolo, venne completata nel 1771 grazie all’ interessamento del Cardinale Duca di York; l’ edificio è opera architettonica di indubbio valore dell’architetto Clemente Orlandi in cui sono da apprezzare la elegante e movimentata facciata nonché il gioco di volumi delle volte interne .

Gli affreschi dell’ abside sono opera del celebre Duilio Cambellotti datata 1945, (Pittore, grafico, decoratore e scultore di indubbia fama - decorò, fra l’altro la “Casina delle Civette” a Roma in Villa Torlonia) questa chiesa gode di ottime caratteristiche acustiche che ne fanno saltuariamente apprezzata sede di concerti corali o strumentali.

Villa del Duca di Gallese

Villa del "Duca di Gallese"

Usciti dalla chiesa proseguiamo verso destra, per l’ antica “Via dei Monti”; all’ imbocco della quale è situato l’ ingresso della “Villa” (N° 2 sulla piantina) che fu di proprietà del Duca di Gallese, più noto come l’ Altemps (le sue iniziali sono in bianco sul selciato); all’ interno di questa antica magione nobiliare, fra i raffinatissimi arredi e le pareti riccamente e finemente affrescate, amoreggiò Gabriele d’Annunzio con la bella figlia dello stesso Duca, mentre i più anziani fra gli abitanti di Colonna raccontano di emozionanti duelli di sciabola spiati all’ interno del parco da dietro l’ alto muro che lo isola dal paese. Notevole per estensione, forma e qualità arboree presenti è il parco della villa che occupa una consistente porzione del lato Nord della collina colonnese; questo esteso parco (privato come la dimora del duca) ospita al suo interno una discreta quantità di vestigia romane, qui trasferite dalla passione del Duca per le antichità (vedasi l’enorme rocco di colonna in marmo posto all’ ingresso del complesso).


Via dei Monti, situata sul percorso delle antiche mura medievali colonnesi

Via dei Monti, situata sul percorso delle antiche mura medievali colonnesi

Sosta N° 2 - PALAZZO BARONALE COLONNA (N° 3 sulla piantina)Loggiato e cortile interno di Palazzo Colonna (Il Palazzaccio)

Loggiato e cortile interno di Palazzo Colonna (Il Palazzaccio)

Il Palazzo Baronale dei Colonna, come lo vediamo oggi, nasce nel quindicesimo secolo, quando lo si ricostruisce dopo la completa distruzione subita nel 1298. Posto sull’ apice della collina colonnese fin dagli albori del primo millennio, l’ amore per la grazia e le proporzioni albergano in questo edificio fin dalla sua prima fase progettuale; stupendo infatti era il loggiato che si trova a guardare con attonito sconcerto il cemento gocciolante del serbatoio idrico e stupenda doveva essere l’ immagine complessiva del palazzo prima che l’ incuria, la burocrazia e le guerre ne facessero crollare i lati minori (rimangono a testimonianza di ciò frammenti delle arcate laterali ).I locali dell’ antico palazzo Colonna sono ora frazionati in svariate cantine, rimesse ed abitazioni private; la bella scala che porta al loggiato superiore ed i locali comunali del Centro Anziani sito al piano terra del palazzo (ai cui frequentatori va una pubblica lode per la meritoria opera di curare per quanto possibile il decoro del piazzale) sono l’unica porzione che ci è concesso di ammirare completamente e forse e meglio così, almeno finché un restauro radicale dell’ opera non la riporti agli antichi splendori.

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Il Palazzo Baronale Colonna con, sullo sfondo "Il Dindarolo"

Dopo aver percorso l’antica scala nobile del palazzo siamo in grado di gustare, affacciati al primo piano del loggiato, i richiami formali con le finestrelle ellittiche nel sottotetto delle case prospicenti (di probabile origine cinquecentesca) e, una volta ridiscesi, ammiriamo ciò che è possibile intuire dell’antico stemma dei Colonna all’ interno degli elementi decorativi circolari e ed ellittici scolpiti fra le arcate del pian terreno.

Purtroppo la friabile pietra in cui furono scolpite le decorazioni ed i fregi architettonici del palazzo sta andando letteralmente in rovina tanto che negli ultimi tre anni sono diventati impercettibili alcuni particolari dei rilievi precedentemente considerabili in buono stato di conservazione; la galleria d’ accesso che perfora il palazzo ( in cui si nota ancora la sede delle porte dell antico corpo di guardia) porta ad una breve scalinata, passata la quale si può ammirare il prospetto principale con il grande arco di accesso recante lo stemma

dei Colonna, un balcone posticcio e l’ orologio municipale, con la caratteristica banderuola in ferro battuto, stemma della locale attivissima Pro-Loco.

Osserviamo inoltre, percorrendo la stretta via che costeggia il lato minore del palazzo, il terreno di fondazione su cui è basato, potremo riconoscere i segni delle eruzioni del Vulcano Laziale che formarono la collina colonnese e che furono con ogni certezza il motivo del suo originario nome “Labicum” (da lava - lavico).

Nonostante sia uno dei punti del programma dell’ attuale amministrazione comunale e il progetto per il restauro di Palazzo Colonna sia già pronto da tempo (ma sicuramente andrà rifatto per l’ aggravarsi del paziente), potete constatare come lo stato di salute di questa nobile architettura sia a tutt’oggi a dir poco sconsolante, va detto per amor di verità che l’ unico cambiamento avvenuto nell’ ultimo anno è stata l’apposizione di un divieto di passaggio sotto la galleria del palazzo per il pericolo di caduta di materiali.

Auguriamoci quindi per questo prezioso bene culturale che vengano presto superate le attuali difficoltà burocratiche, legali ed economiche che si frappongono alla realizzazione del restauro in tempi brevi.

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Nel piazzale antistante il palazzo, attualmente in parte allineati a mo’ di dissuasori dal parcheggio ed in parte dispersi fra la rigogliosa vegetazione delle aiuole, si trovano mumerosi rocchi di colonne risalenti ad epoca romana, frammenti di trabeazioni, capitelli ed un antica macina in pietra.

Proseguendo per Via dei Monti, aggiriamo il cosiddetto “Dindarolo” (serbatoio idrico dell’ acquedotto della Doganella, assumibile a logo architettonico del comune, tanto da meritare l’ illuminazione notturna) e ci ritroviamo nel nucleo originario del paese, fatto di cantine al piano terra e piccoli portoni che accedono ai due piani delle semplici ma dignitosissime abitazioni superiori.

Superiamo ora la Stazione dei Carabinieri sul cui lato più corto è posta una gradevole fontana (N°4) e rechiamoci ad ammirare l’ampio panorama visibile dalla moderna terrazza del “Belvedere”(N°5).

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-Chiesa Vecchia.

Situata nella Via omonima, fu chiesa parrocchiale di Colonna fino al 1771, anno di dedicazione della attuale Chiesa Parrocchiale; conserva al suo interno alcuni frammenti affrescati di origine cinquecentesca; da questa Chiesa, ora adibita a cinema teatro parrocchiale, provengono gli affreschi raffiguranti S. Francesco e S. Andrea ora nella vicina Chiesa Parrocchiale di San Nicola.

Pala d'altare della Chiesa di San Rocco a Colonna (foto precedente al restauro della Chiesa)

Sosta N° 3 Chiesa di SAN ROCCO (N° 6 sulla piantina)

Pala d’altare della Chiesa di San Rocco a Colonna
(foto precedente al restauro della Chiesa)

La antica chiesetta alle spalle del belvedere, correttamente restaurata ed ancora officiata in occasione di cerimonie ed in particolari giorni della settimana, conserva al suo interno due tele della fine del XVII sec. raffiguranti S.Giacomo della Marca e S. Bernardino da Siena ed affreschi seicenteschi di ottima fattura: si narra (ed è convinzione profonda di molti colonnesi) che l’ immagine della Madonna sulla parete alle spalle dell’ altare sia apparsa in modo miracoloso; comunque sia apparsa, la Madonna di S. Rocco è un opera pregevole per la dolcezza dello sguardo ed è parte di una edicola votiva precedente alla chiesa stessa posta all’ingresso del paese. La devozione popolare a questa Madonna le ha attibuito nei secoli parecchie guarigioni ed eventi miracolosi.

La statua di S.Rocco, trafugata anni addietro, è stata sostituita con una statua lignea di buona fattura, opera di artista locale.


Immagine recente di Piazza Vittorio Emanuele II a Colonna (Rm)

Immagine recente di Piazza Vittorio Emanuele II a Colonna (Rm)

Portiamoci ora, dopo aver percorso un breve tratto in salita, in Piazza Vittorio Emanuele II (N° 7 sulla piantina); la piazza, a pianta trapezoidale, è il centro della vita sociale del paese: su di essa si affacciano il municipio, l’oratorio e le altre opere parrocchiali, nonché numerosi ritrovi, servizi ed esercizi commerciali. Il monumento ai caduti (opera di A. Mistruzzi, 1925) che qui si trova a ricordare l’ alto tributo di sangue pagato dai colonnesi durante le due guerre mondiali, rappresenta un milite che porta in una mano la vittoria alata.

Immagine storica di Piazza Vittorio Emanuele II a Colonna (Rm) quando si chiamava ancora Piazza della Libertà
Immagine storica di Piazza Vittorio Emanuele II a Colonna (Rm)
quando si chiamava ancora Piazza della Libertà

Sopra (manca foto) Schema del panorama dal “Belvedere”

1) Catena dei Monti Prenestini - 2) Palestrina - 3) Autostrada Roma Napoli - 4) Catena vulcanica dei Castelli Romani 5) Rocca Priora - 6) Montecompatri - 7) Monte Porzio Catone

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Il cosiddetto "Vicolacciu", oggi Via delle Grotte

Se avete la fortuna di conoscere qualche colonnese DOC, forse riuscirete ad entrare in una antica grotta vinaria, altrimenti fate un giro per via delle grotte (detta “u vicolacciu” N° 8 sulla piantina ) e gettate l’ occhio al di là delle alte ed antiche mura di selce (provenienti dalle vicinissime cave del Laghetto) che, dietro un cortiletto attualmente incolto, nascondono l’ accesso ad una delle più importanti fra queste grotte: alcune delle sue diramazioni sorpassano la retrostante piazza Vittorio Emanuele II, e servivano forse, in epoche lontane, come vie di fuga dalle mura della città fortificata.

La grotta vinaria è una struttura tipica delle zone con terreni vulcanici (il sottosuolo di Colonna è un vero dedalo di cunicoli spesso fra loro intercomunicanti). L’utilizzazione delle terre, chiamate pozzolane, per la preparazione delle malte usate per la costruzione degli edifici di Colonna, richiese il prelievo delle stesse ad una certa profondità del suolo con conseguente formazione di gallerie. Sono note, nella zona, cave realizzate già nel IV secolo a.C. (grotta vinaria in loc. Grotte Dama vicino Frascati e le grotte vinarie in loc. Corvio e Casale Sonnino nell’agro romano presso la Via Casilina). Le grotte di Colonna sono formate per la maggior parte da una galleria centrale sulle cui pareti, a distanze regolari, vi sono nicchie capaci di contenere una botte da mille litri in posizione orizzontale.

La caratteristica porta di una delle tante cantine colonnesi

La caratteristica porta di una delle tante cantine colonnesi

Non trovando “grotte” visitabili passate in rassegna i numerosi “tinelli” aperti per la Sagra dell’ Uva, spesso arredati con tavole arrangiate, bigonci capovolti, malferme sedie in legno e tavole poggiate su cavalletti. Fatevi prendere da quell’ odore vinoso che impregna l’ aria e le mura, dalla frescura di questi ambienti, dalla quantità di oggetti appesi qua e là necessari per la lavorazione , la conservazione ed i travasi del vino, dai prodotti della campagna che in questi ambienti hanno il clima ideale per un lungo periodo di conservazione: pomodorelli appesi ad un ramo legnoso a formare un grappolo, cipolle legate a treccia, peperoncini, uva appesa sul tralcio per le feste di Natale.

Lasciando Colonna, passate per Via Circonvallazione (Punti panoramici A e B sulla piantina), rimarrete incantati nell’ ammirare gli scorci panoramici che da qui si godono in ogni ora del giorno e della notte:

Giorno: panorama di Roma e dei Castelli con mare sullo sfondo

Sera : incomparabile tramonto su Roma

Notte : le luci di Roma dall alto e se il cielo è sereno una quantità di stelle nettamente superiore a quelle visibili da Roma.

Sempre da Via Circonvallazione potrete osservare il bel casale e la torre di avvistamento formanti il complesso detto “La Pasolina” (N°8 sulla piantina, visibile dal punto panoramico A); i colonnesi sono particolarmente legati a queste due architetture di origini molto antiche e alla bellezza delle due colline minori sulla cui sommità sorgono. (purtroppo un versante delle colline è stato recentemente terrazzato e, pur rimanendo ancora notevole, il fascino delle due colline è così diminuito).

Altri luoghi e cose interessanti :

Rudere di epoca romana - Mausoleo degli Arrunci.

(Visibile da Via Frascati direz.Frascati)

Di forma pressochè cilindrica, vi si identifica con quasi assoluta certezza il Mausoleo degli Arrunci, potente famiglia romana, la mancanza di indicazioni e le costruzioni che lo circondano fino a poggiarvisi irriverentemente ne rendono laboriosa l’ identificazione al passante distratto.

- Ruderi su Via delle Marmorelle

(1^curva uscendo da Colonna, direzione Laghetto)

Questi ruderi, posti sul tracciato della primitiva Via Labicana sono forse da attribuire all’ antica chiesa di S.Lorenzo in Mormorio, che, di epoca precedente all’ anno 1000, diede con certezza il nome alla zona.

- Parco comunale “Tofanelli”

- Casale Pallavicini su Via Casilina

(Privato, antica “osteria” e stazione di posta e cambio cavalli)

- Villa e Vigna Altieri (Zona Maranella - Privata)

Cenni sulle origini geologiche di Colonna


L’ abitato di Colonna sorge sopra un colle la cui quota massima é di 343 m. s\m. originato durante il periodo di attività del Vulcano Laziale. In particolare, il cono su cui sorge il paese, é dovuto ad una serie di piccole esplosioni locali avvenute a breve distanza di tempo. Osservando la particolare sovrapposizione degli strati si può dedurre come le diverse esplosioni verificatesi a breve distanza l’ una dall’ altra abbiano dato origine a diversi coni di scorie parzialmente sovrapposti ; tali coni, costituiti essenzialmente da lapilli e lava, sono in genere di dimensioni modeste, anche se caratterizzati da pendii piuttosto ripidi.

Un palese esempio di questo fenomeno si può osservare guardando verso Sud Ovest del cono vulcanico principale di Colonna; qui si trova infatti un altro cono detto “cono della Pasolina” dal casale che vi sorge sulla sommità.

Altri due piccoli rilievi aventi la medesima origine dei precedenti sono in corrispondenza della torre di vedetta sula colle a fianco della Pasolina (con sommità 293 metri slm) e l’ altro, detto Monte della Croce, la cui sommità si trova a quota 325 metri slm.

Le caratteristiche e riconoscibilissime scorie violette costituenti il cono di Colonna giacciono a loro volta stratificate su imponenti colate di lava che affiorano in diversi punti ai piedi del cono stesso.

Così come Colonna, anche i vicini centri di Monte Porzio Catone e Monte Compatri sorgono su due distinti coni di scorie a cui ne sono associati altri quale Monte Doddo ed il monte, la cui cima è oggi spianata, su cui sorge il Cimitero di Monte Porzio Catone; la natura di quest’ ultimo cono vulvanico è messa in particolare evidenza dalla serie imponente di scorie ben visibili che arrivano, con notevole spessore, fino alla strada per Colonna.

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